4^ classificata – II parte
“In un appartamento distribuito su due piani, […] era anche il più vivace ed esuberante.” → tutto questo primo blocco è estremamente didascalico. Ogni gatto viene presentato come se stessi facendo un elenco, senza trasporto. Parli dei gatti, ma non li mostri. In realtà anche nelle frasi successive riscontro la stessa mancanza di slancio, ma voglio sottolineare altri dettagli, quindi ho tagliato il paragrafo qui per non ripeterlo.
“I quattro felini erano stati raccolti dalla strada dalla loro padrona attuale, una donna di media altezza dai capelli ed occhi scuri, e donavano alla stessa tantissimo amore.” → “e donavano alla stessa” è degno di un film poliziesco. In un testo di narrativa è difficile da sentire, specie quando ti sarebbe bastato un “e le donavano”
“La loro vita procedeva tranquilla, tra giochi, sani pisolini, coccole ricevute dalla loro mamma umana, e, naturalmente, l'antica arte del mangiare.” → mangiare non è un’arte. Non se la presenti così: è una banale necessità se non si vuole morire. Un’antica arte potrebbe essere cacciare; una raffinata arte potrebbe essere il leccare il latte dalla ciotola.
“Nerone, naturalmente, riposava anche lui, ma aveva optato per il mettersi sotto il termosifone, così da godersi il calduccio proveniente dallo stesso.” → come prima “dallo stesso” appesantisce inutilmente la frase, la rende impersonale. Non stai compilando un verbale. Dopo “calduccio” potevi mettere il punto fermo senza tanti problemi e la frase sarebbe stata comunque chiara.
“Miele, al contrario degli altri tre, stava giocando con una pallina di lana: nella foga, il rosso finì con lo srotolare la stessa,” → idem come sopra: “srotolarla” ti avrebbe risparmiato quel brutto “la stessa”.
“- Miele! - lo chiamò la donna,” → te lo segno solo qui, ma vale per tutto il testo: quando si usa il trattino, nel dialogo, bisogna usare il trattino lungo (—) e non il trattino breve (-) o quello medio (–) perché hanno funzioni diverse: il trattino breve si usa esclusivamente per dividere parole composte tipo “verde-argento”; quello medio per gli incisi (ad esempio “era una notte fredda – come sempre in questa stagione – e piena di stelle”); infine, il trattino lungo va usato nel dialogo.
“Nerone, nel vedere la padrona diretta nell'altra stanza, pensò "Mamma più cucina, uguale pappa!" → in generale, o si usano le virgolette o il corsivo. In questo caso avresti dovuto mettere i due punti dopo “pensò” e le virgolette.
“Nella piccola, ma ben arredata, cucina, la donna aveva tirato fuori un bel panino ed una confezione di prosciutto, decisa a prepararsi un sostanzioso, e gustoso, spuntino.” → questa frase risulta troppo singhiozzante a causa del gran numero di virgole. Grammaticalmente sono tutte corrette, ma quando scrivi devi anche tenere conto dell’effetto che la punteggiatura avrà sul lettore e qui bastavano due sole virgole: quella dopo “cucina” e quella dopo “prosciutto”. Le altre sono di troppo.
“asserì la mora,” → “la donna”, sarebbe molto più indicato. Usare una caratteristica come il colore dei capelli ha poso senso, sempre, ma soprattutto quando non stai cercando di evitare ripetizioni.
“Poco dopo, con un coltello preso dal cassetto, la donna tagliò in due il panino, per poi aprire la confezione di prosciutto, il cui profumo attirò inevitabilmente gli altri tre.” → questa frase è quasi del tutto superflua: se avessi scritto ‘poco dopo tagliò il panino e aprì la confezione di prosciutto, attirando inevitabilmente gli altri tre’ avresti descritto la stessa situazione senza “annoiare” il lettore con dettagli inutili come ‘con il coltello’ (non è necessario nominarlo perché non servirà più) e tanto più ‘preso dal cassetto’, che non ha nessun peso ai fini della trama. Il profumo, invece, è un buon elemento, ma avresti potuto sfruttarlo meglio: qualcosa tipo ‘un profumino delizioso e invitante uscì subito dall’involucro di plastica, come se fosse fatto apposta per solleticare i nasini/il fine olfatto dei mici che si precipitarono come topi stregati dalla musica incantata del piffero magico’
“Nerone, vedendo la loro mamma umana uscire dalla cucina, lanciò come un segnale agli altri tre:” → se non si fosse trattato di un segnale ti avrei suggerito di sostituire quel “come” con “una specie di”, ma in questo caso Nerone sta davvero lanciando un segnale per richiamare gli atri tre, quindi quel “come” non ci sta proprio.
“- È il nostro momento, ora! -” → un’altra particolarità del trattino per il dialogo, a cui non avevo accennato prima è che quando la frase si chiude e si va a capo, cioè non è seguita da un verbo reggente né continua in altro modo, il trattino non va chiuso. Quindi in questo caso non andava proprio messo. Fai questo errore anche in seguito, ma non te lo segno più.
“Luna e Stella, nella foga, saltarono in contemporanea sul tavolo, evitando per miracolo di finire uno addosso all'altra,” → sono due femmine, quindi “una addosso all’altra”
“Le due femmine, nel frattempo, stavano litigando per accaparrarsi il prosciutto, a suon di miagolii talmente acuti [...]” → la virgola dopo “prosciutto” non serve.
“[...] sia il panino, sia il prosciutto [...]” → tra le congiunzioni correlative (sia… sia; né… né) non ci va mai la virgola.
“[...] sia il prosciutto, sia il panino, si erano praticamente come volatizzati.” → di nuovo non ci va la virgola tra le congiunzioni correlative; “praticamente come” è ridondante, oltre al fatto che nessuno dei due è necessario nella frase.
“Nel vederli, però, addormentati serenamente sul letto l'uno accanto all'altra, la sua rabbia scemò; erano troppo carini insieme!” → quando i soggetti di una frase sono sia maschili che femminili, in italiano va usato il maschile, a meno che non si intenda distinguere i soggetti citando entrambi i generi, quindi quell’”uno accanto all’altra” avrebbe dovuto essere “uno accanto all’altro”
“In un appartamento distribuito su due piani, […] era anche il più vivace ed esuberante.” → tutto questo primo blocco è estremamente didascalico. Ogni gatto viene presentato come se stessi facendo un elenco, senza trasporto. Parli dei gatti, ma non li mostri. In realtà anche nelle frasi successive riscontro la stessa mancanza di slancio, ma voglio sottolineare altri dettagli, quindi ho tagliato il paragrafo qui per non ripeterlo.
“I quattro felini erano stati raccolti dalla strada dalla loro padrona attuale, una donna di media altezza dai capelli ed occhi scuri, e donavano alla stessa tantissimo amore.” → “e donavano alla stessa” è degno di un film poliziesco. In un testo di narrativa è difficile da sentire, specie quando ti sarebbe bastato un “e le donavano”
“La loro vita procedeva tranquilla, tra giochi, sani pisolini, coccole ricevute dalla loro mamma umana, e, naturalmente, l'antica arte del mangiare.” → mangiare non è un’arte. Non se la presenti così: è una banale necessità se non si vuole morire. Un’antica arte potrebbe essere cacciare; una raffinata arte potrebbe essere il leccare il latte dalla ciotola.
“Nerone, naturalmente, riposava anche lui, ma aveva optato per il mettersi sotto il termosifone, così da godersi il calduccio proveniente dallo stesso.” → come prima “dallo stesso” appesantisce inutilmente la frase, la rende impersonale. Non stai compilando un verbale. Dopo “calduccio” potevi mettere il punto fermo senza tanti problemi e la frase sarebbe stata comunque chiara.
“Miele, al contrario degli altri tre, stava giocando con una pallina di lana: nella foga, il rosso finì con lo srotolare la stessa,” → idem come sopra: “srotolarla” ti avrebbe risparmiato quel brutto “la stessa”.
“- Miele! - lo chiamò la donna,” → te lo segno solo qui, ma vale per tutto il testo: quando si usa il trattino, nel dialogo, bisogna usare il trattino lungo (—) e non il trattino breve (-) o quello medio (–) perché hanno funzioni diverse: il trattino breve si usa esclusivamente per dividere parole composte tipo “verde-argento”; quello medio per gli incisi (ad esempio “era una notte fredda – come sempre in questa stagione – e piena di stelle”); infine, il trattino lungo va usato nel dialogo.
“Nerone, nel vedere la padrona diretta nell'altra stanza, pensò "Mamma più cucina, uguale pappa!" → in generale, o si usano le virgolette o il corsivo. In questo caso avresti dovuto mettere i due punti dopo “pensò” e le virgolette.
“Nella piccola, ma ben arredata, cucina, la donna aveva tirato fuori un bel panino ed una confezione di prosciutto, decisa a prepararsi un sostanzioso, e gustoso, spuntino.” → questa frase risulta troppo singhiozzante a causa del gran numero di virgole. Grammaticalmente sono tutte corrette, ma quando scrivi devi anche tenere conto dell’effetto che la punteggiatura avrà sul lettore e qui bastavano due sole virgole: quella dopo “cucina” e quella dopo “prosciutto”. Le altre sono di troppo.
“asserì la mora,” → “la donna”, sarebbe molto più indicato. Usare una caratteristica come il colore dei capelli ha poso senso, sempre, ma soprattutto quando non stai cercando di evitare ripetizioni.
“Poco dopo, con un coltello preso dal cassetto, la donna tagliò in due il panino, per poi aprire la confezione di prosciutto, il cui profumo attirò inevitabilmente gli altri tre.” → questa frase è quasi del tutto superflua: se avessi scritto ‘poco dopo tagliò il panino e aprì la confezione di prosciutto, attirando inevitabilmente gli altri tre’ avresti descritto la stessa situazione senza “annoiare” il lettore con dettagli inutili come ‘con il coltello’ (non è necessario nominarlo perché non servirà più) e tanto più ‘preso dal cassetto’, che non ha nessun peso ai fini della trama. Il profumo, invece, è un buon elemento, ma avresti potuto sfruttarlo meglio: qualcosa tipo ‘un profumino delizioso e invitante uscì subito dall’involucro di plastica, come se fosse fatto apposta per solleticare i nasini/il fine olfatto dei mici che si precipitarono come topi stregati dalla musica incantata del piffero magico’
“Nerone, vedendo la loro mamma umana uscire dalla cucina, lanciò come un segnale agli altri tre:” → se non si fosse trattato di un segnale ti avrei suggerito di sostituire quel “come” con “una specie di”, ma in questo caso Nerone sta davvero lanciando un segnale per richiamare gli atri tre, quindi quel “come” non ci sta proprio.
“- È il nostro momento, ora! -” → un’altra particolarità del trattino per il dialogo, a cui non avevo accennato prima è che quando la frase si chiude e si va a capo, cioè non è seguita da un verbo reggente né continua in altro modo, il trattino non va chiuso. Quindi in questo caso non andava proprio messo. Fai questo errore anche in seguito, ma non te lo segno più.
“Luna e Stella, nella foga, saltarono in contemporanea sul tavolo, evitando per miracolo di finire uno addosso all'altra,” → sono due femmine, quindi “una addosso all’altra”
“Le due femmine, nel frattempo, stavano litigando per accaparrarsi il prosciutto, a suon di miagolii talmente acuti [...]” → la virgola dopo “prosciutto” non serve.
“[...] sia il panino, sia il prosciutto [...]” → tra le congiunzioni correlative (sia… sia; né… né) non ci va mai la virgola.
“[...] sia il prosciutto, sia il panino, si erano praticamente come volatizzati.” → di nuovo non ci va la virgola tra le congiunzioni correlative; “praticamente come” è ridondante, oltre al fatto che nessuno dei due è necessario nella frase.
“Nel vederli, però, addormentati serenamente sul letto l'uno accanto all'altra, la sua rabbia scemò; erano troppo carini insieme!” → quando i soggetti di una frase sono sia maschili che femminili, in italiano va usato il maschile, a meno che non si intenda distinguere i soggetti citando entrambi i generi, quindi quell’”uno accanto all’altra” avrebbe dovuto essere “uno accanto all’altro” o “i gatti accanto alle gatte”. Il punto esclamativo serve a enfatizzare un tono o un concetto. In questo caso lo trovo eccessivo per sottolineare quanto fossero carini i gatti che dormono sul letto.
o “i gatti accanto alle gatte”. Il punto esclamativo serve a enfatizzare un tono o un concetto. In questo caso lo trovo eccessivo per sottolineare quanto fossero carini i gatti che dormono sul letto.
꧁ঔৣঔৣ ꧂
Nel Caos ci sono tutte le risposte.
ℒ
Non siamo anime affini.
Siamo una lama e la sua ferita.
꧁ঔৣ ঔৣ ꧂